Da sempre la tecnologia è in continua evoluzione nel mondo dell’elettronica. Abbiamo assistito in pochissimo tempo ad un passaggio epocale dal televisore a tubo catodico agli schermi piatti e spessori fino a pochissimi centimetri di profondità, con diverse tecnologie per la visualizzazione delle immagini.
L’evoluzione colpisce allo stesso modo la proposta di palinsesti, che è passata nel corso del tempo dalla tv di stato alle televisioni private o commerciali, per poi allargarsi alle trasmissioni satellitari con programmi sempre più specifici e tematici, per soddisfare ed adattarsi sempre meglio alle esigenze degli spettatori, ed ancora servizi video on demand, per completare con l’avvento del digitale terrestre.
Ma la vera rivoluzione digitale si concretizza con il matrimonio tra tv ed internet.
Aziende leader del settore hanno presentato le loro ultime novità alla recente fiera dell’elettronica di Las Vegas, al Ces, i loro connected tv, già presenti sul mercato e considerati tra i più importanti prodotti hi-tech dell’anno 2011.
Il sempre maggior bisogno di comunicare e di sentirsi interattivi, trasforma i televisori in connected tv, non solo in grado di costruire palinsesti attivamente da chi lo guarda e secondo le proprie esigenze, ma uno strumento attraverso cui navigare sulla rete, leggere un canale di news on-line, chattare, visionare video, vedere foto, comunicare attraverso sistemi di videochiamata come skype e tanto altro.
I recenti connected tv propongono una maggiore una maggiore quantità di servizi per la rete rispetto ai modelli che sono stati pionieri, e sono sempre più destinati a crescere. In questo momento i maggiori produttori si stanno concentrando su un aspetto fondamentale per incentivare la diffusione dei connected tv, ovvero la quantità ed il tipo di contenuto offerti.
Il servizio di video on demand è il primo cavallo di battaglia, pertanto tutti i brand hanno incluso i servizi di Acetrax, Flop tv di Fox, Chili di Fastweb. A questi la coreana Samsung aggiunge Cubo Vision di Telecom, mentre la Sony aggiunge la Rai.
In Italia la diffusione della connected tv è ancora molto bassa, e nel futuro la sua diffusione dipenderà da due fattori fondamentali.
Il primo dipende dai produttori, che dovranno rendere la facilità d’uso del televisore, attraverso il telecomando, estremamente semplice ed intuitiva per permettere la fruizione di un film, piuttosto che di un altro contenuto qualsiasi, raggiungibile con pochi passaggi. Se si considera che l’abitudine alla lettura dei libretti di istruzione dei prodotti in generale è molto bassa, si capisce come sia determinate un telecomando dotato di una comunicazione visiva molto forte.
Il secondo aspetto è fortemente legato ai limiti strutturali della banda larga, che non ha una penetrazione capillare nel nostro territorio, riuscendo a raggiungere (fonte Eurostat 26/04/2011) il 20,5% di diffusione posizionandoci ben sotto la media europea.
Le aziende sono comunque molto fiduciose, ed anche se i tempi di capillarizzazione saranno più lenti rispetto ad altre nazioni, il futuro della televisione è connected.