È a conoscenza diffusa, che per un corretto funzionamento della lavastoviglie deve essere inserito al suo interno il sale. Sul fondo della vasca c’è un contenitore, sigillato con un tappo a vite, che una volta rimosso dona l’accesso al contenitore, nel quale, con un apposito imbuto in dotazione alla lavastoviglie al suo acquisto, si può versare comodamente il sale. Un apposita spia posizionata sul quadro comandi della lavastoviglie indica quando sta per finire, in modo tale da procedere al suo riempimento.
Ora cerchiamo di capire esattamente il motivo perché deve essere utilizzato e come può incidere sulla qualità del lavaggio. Iniziamo premettendo che l’acqua contiene sali di calcio disciolto e altre sostanze come il magnesio. Il loro grado di concentrazione influenza la durezza dell’acqua, che è data dalla somma del contenuto di calcio (ca) e magnesio (mg), espressi come carbonato di calcio, se i valori di durezza dell’acqua superano una certa quantità, anche le caratteristiche organolettiche subiscono dei cambiamenti subito percepibili.
Nella lavastoviglie succede che più l’acqua è dura, più l’azione di scioglimento del tensioattivo, che è l’elemento di base dei detersivi, rallenta fortemente e diventa meno efficace, restituendo dei risultati di lavaggio molto scarsi.
Oltre ad influenzare la qualità del lavaggio, l’elevata durezza dell’acqua provoca la formazione di calcare, quindi di incrostazioni alle tubature, alla resistenza ed in generale a tutte le componenti interne della lavastoviglie con le quali viene in contatto.
L’impiego del sale per lavastoviglie ha lo scopo di ridurre la concentrazione di queste sostanze, di addolcire l’acqua, così da rendere l’azione del detersivo più attiva, non avere tutte le difficoltà prima indicate, ed ottenere un buon risultato di lavaggio.
Non è comunque il sale che da solo diminuisce la durezza dell’acqua, ma fa funzionare il sistema di decalcificazione della lavastoviglie, rimuovendo i sali e i minerali presenti nell’acqua, tramite un dispositivo detto addolcitore, che rende l’acqua meno dura. Il risultato comporta una migliore qualità del lavaggio e il diminuire della formazione di calcare nelle componenti interne con un conseguente risparmio di energia elettrica dovuto alla mancanza di deposito sulla resistenza e componenti meccaniche.
Ogni lavastoviglie ha il decalcificatore, che può essere regolato in modo tale da impiegare una diversa quantità di sale in base alla durezza dell’acqua. Solitamente si trova sulla parete sinistra della lavastoviglie, assume la forma circolare ed al suo interno c’è una freccia che indica la posizione in base alla quale è impostato un certo grado di decalcificazione. Non tutte le acque hanno la stessa durezza, quindi in base a questa si può regolare su intensità differenti. È importante per effettuare la regolazione tenere in considerazioni due aspetti, il primo il grado di durezza dell’acqua, il secondo il libretto di istruzioni del prodotto al fine di verificare la tabella identificativa della posizione da impostare in base alla durezza dell’acqua.
La durezza dell’acqua viene indicata con diverse unità di misura, ognuna della quali appartenente a nazioni diverse, e nello specifico abbiamo i gradi tedeschi indicati con la sigla °dH, i gradi francesi °TH, mmol/l unità di misura internazionale, che indica i millimoli per litro, i gradi inglesi Clarke.
Per conoscere il grado di durezza dell’acqua esistono appositi indicatori che una volti immersi nell’acqua lo indicano in base ad una colorazione. Più facilmente si può determinare dal sito di Assocasa, che permette da un apposito modulo, inserendo la località e la provincia di conoscerne in grado francese.