Cos’è il vuoto ad un impianto di condizionamento e perché è sempre necessario effettuarlo
di Antonello Careri -
pubblicato il 05/04/2017
Tra le differenti tematiche riguardanti l’installazione e l’impiego di un condizionatore d’aria, c’è un argomento: praticare il vuoto all’impianto, sul quale ci si interroga della reale necessità di effettuarlo in tutte le circostanze. La pratica del vuoto è una procedura che viene effettuata in fase di installazione di un condizionatore fisso. Dalle differenti disquisizioni e procedure eseguite da alcuni installatori e riportate da diversi consumatori, si evince che è necessario praticarla nel momento in cui c’è una distanza considerevole tra l’unità interna e quella esterna, tralasciandola nel momento in cui questa diventa minima, ovvero nel caso di una installazione spalla a spalla. Ma quanto c’è di vero in questo concetto? In realtà nulla!
Difatti il vuoto all’impianto deve essere praticato in ogni circostanza in quanto, se non fatto, può essere causa di un invalidamento della macchina nell’arco di un periodo più o meno lungo. Quando non viene praticato difatti, il sistema può non presentare nessun problema, funzionando perfettamente inizialmente, per poi cominciare a perdere colpi con il passare del tempo, che consente all’installatore di ritenersi non responsabile di detta condizione ed imputare il difetto a cause non riconducibili all’installazione. Ricordiamo che il difetto di installazione ed il vuoto non fatto lo è, fa decadere la garanzia.
Ora per capire perché è sempre necessario, vediamo a cosa serva in concreto. Per capirlo è necessario stabilire che un impianto si compone da una parte esterna ed uno split interno, in alcuni casi anche di più, ma il concetto resta uguale, uniti da due tubi, uno di mandata ed uno di ritorno. Il gas refrigerante è già presente nell’unità esterna, ma chiuso in essa ermeticamente. Dopo aver collegato le due unità, il gas circola passando da una all’altra tramite i tubi di collegamento. Affinché tutto funzioni correttamente, all’interno del circuito non deve esserci presenza di aria o di acqua, che vi si può trovare sotto forma di vapore, altrimenti questi due elementi ossidano dei componenti interni ed invalidano l’impianto. Dalla semplice perdita di resa, ad un grippaggio del motore o altro. Allo stesso tempo il circuito deve essere ermetico, quindi non deve presentare nessun tipo di dispersione, di foro, di perdita.
La tratta che può essere interessata dalla presenza di queste condizioni è quella relativa ai tubi di mandata e di ritorno impiegati, che come si può intendere, al di la della lunghezza, possono contenere aria ed acqua comunque, quindi sia in caso di una distanza lunga tra il motore e lo split, che di una breve come l’installazione spalla a spalla, ed le tubatura dentro lo split. La procedura di vuoto serve proprio a verificare che non ci siano le due condizioni descritte, ovvero la presenza di aria e di acqua nel circuito e nessun perdita dello stesso. Una volta fatte le cartelle e fissato i tubi al motore ed allo split, dai rubinetti del motore e nello specifico da un canale che da accesso alle tubature, quindi un unico canale che partendo dal motore arrivare a percorre tutte quelle presenti nello split, si attacca la macchina del vuoto. Una procedura di vuoto eseguita in modo corretto dura poco più di 30 minuti.
Essa non fa altro che tirare via tutta l’aria e con se la condensa che potrebbe essere presente in tutto questo circuito, man mano che l’aria viene espulsa, si crea il cosiddetto vuoto, che possiamo evincere dal manometro che vede salire la pressione fino ad un certo valore (riportato sui dati tecnici di installazione). Questa deve essere mantenuta stabilmente, in caso contrario, quindi se si verifica una sua diminuzione, significa che siamo in presenza di una perdita, che il più delle volte è da ricondurre alle cartelle, quindi bisogna verificarne la tenuta con una specifica soluzione schiumosa. Concludiamo col dire che per l’installazione di un condizionatore è indispensabile affidarsi ad un tecnico certificato.