Mi poni una bella domanda, la cui risposta è articolata e variabile. Cerco di spiegarmi. L'energy label, rispetto a quelli di alcuni anni fa è cambiata, difatti riporta un consumo che è il frutto di alcuni calcoli, che se vai a vedere la normativa e le formule matematiche e condizioni termiche non facilmente si riesce a capire di cosa si parla, ad ogni modo riporta il consumo che considera la capacità modulare (inverter), quindi la capacità di avere un assorbimento elettrico che si autoregola in base alle esigenze di raffrescamento o riscaldamento. La vecchia regolamentazione si basava sul cosnumo medio, quindi non considerava il picco massimo e quello minimo.
Tale consumo indica la quantità di energia elettrica (kWh annui) necessari per soddisfare il fabbisogno annuo di riscaldamento o di raffreddamento in riferimento alla stagione di riferimento, che a sua volta fa riferimento alla zona in cui si vive (zone climatiche).
Il dato quindi, personalmente lo ritengo indicativo, poi bisogna elaborarlo in base alla propria condizione.
In aggiunta direi che è anche legato al corretto dimensionamento altrimenti potrebbe essere completamente fuorviate. In condizioni di sottodimensionamento il consumo è maggiore.
Oltre a leggere l'energy label, direi che è importante leggere la scheda tecnica sulla quale è riportato o dovrebbe esserlo, l'assorbimento al minimo, sul medio e sul massimo. Almeno questo dato è quello che è ed è una base per capire la differenza tra due condizionatori. |