1) La cappa con tubo di aspirazione a vista, che è utilizzata nella maggior parte dei casi. È formata dalla zona di aspirazione, che solitamente ha le sembianze di un camino nella forma più tradizionale, anche se può variare a forme più lineari e squadrata o a forme completamente innovative e moderne, e dal tubo di aspirazione, a forma di colonna squadrata. A seconda della posizione che occupa questa tipologia di cappa si divide in:
a) modello a parete, è quello che si fissa su una parete lineare;
b) modello ad angolo, viene solitamente impiegato in cucine di piccole dimensioni per recuperare lo spazio nell’angolo, o comunque per dare una forma specifica alla cucina, si fissa nell’angolo tra le pareti adiacenti;
c) modello ad isola, sospeso sopra il piano cottura della cucina, è fissato al soffitto in una zona centrale della stanza.
Queste tipologie di cappe vengono anche definite cappe da arredo, considerata la loro totale visibilità, accentuata dalla sempre maggiore attenzione datagli dai produttori, che nel delinearne forme particolari, utilizzando diversi colori ed impiegando materiali disparati, volti ad esprimere un impatto visivo sempre più gradevole ed armonioso nell’insieme, le rendono oggetti di vero arredamento.
2) Cappe ad incasso, si presentano con una forma lineare, che si inserisce nel mobile della cucina. Il tubo di aspirazione viene posizionato all’interno del mobile. A seconda della struttura e dell’accostamento distinguiamo le cappe da incasso in:
a) incasso parziale, quando la cappa si installa appena sotto il mobile. In questa tipologia possiamo ulteriormente distinguere i modelli con frontalino estraibile e quelle estraibili. Quelle con il frontalino, sono composte da una parte fissa e da un’altra, che grazie ad un carrello, che scorre su delle guide, può essere estratta aumentando la superficie di aspirazione. Quelle estraibili, sono dotate di un meccanismo di apertura del frontale.
b) incasso totale, quando la cappa è installata all’interno del mobile sovrastante il piano di cottura e rimane al suo interno.
La scelta della cappa ideale passa attraverso il primo aspetto da considerare, ovvero lo spazio a disposizione per il suo posizionamento. Una volta valutato, possiamo stabilire la sua dimensione, che deve necessariamente essere, almeno, della stessa larghezza del piano di cottura da servire, quindi una misura compresa tra i 60 cm ed i 120 cm. Seconda considerazione è la capacità di aspirazione in metri cubi orari nell’arco di 1 ora, tale portata infatti deve essere adeguata sia al volume dell’ambiente, che alla mole di cottura. Per garantire una areazione ottimale, bisogna considera una portata d’aria pari al volume della stanza moltiplicato per 5 ( ricambio d’aria necessario), così ad esempio, se abbiamo una cucina di 4 mt per 6 mt ed un’altezza di 3 mt, dobbiamo orientarci su una cappa con una capacità di 4X6X3X5= 360 m3/h. Allo stesso tempo bisogna considerare quanto si cucina, così possiamo stabilire che si cucina spesso e magari per molte persone, bisogna orientarsi su una portata d’aria maggiore di 500 m3/h.
La scelta di una cappa leggermente sovradimensionata rispetto all’ambiente può essere utile, in quanto consente di utilizzarla a velocità ridotta e ridurre l’emissione di rumore. La rumorosità deve essere compresa in un valore che va dai 50 ai 70 dba, solitamente, sui cataloghi, in base alla normativa, viene indicata la velocità di ventilazione massima. Altro parametro da considerare è la velocità di ventilazione, che deve essere variabile, per consentire di utilizzare in base alle necessità di cottura una adeguata aspirazione. Mediamente tutte le cappe hanno tre velocità, in alcuni quattro ed in altri si aggiunge la funzione “booster” che effettua un’azione intensiva di eliminazione di fumi e di odori.
Infine per quanto riguarda il consumo energetico, bisogna valutare due dati, entrambi indicati sulla scheda tecnica, ovvero l’assorbimento elettrico del motore e dell’illuminazione, su quest’ultimo incide la tecnologia della lampadine utilizzate, che possono essere alogene, al neon o a led. Tra tutte, quelle a led consumano di meno, si parla approssimativamente di 3 watt per lampadina, contro i 15/20 watt di alogena e neon.
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