Anche ai meno attenti, che hanno acquistato o si sono informati per l’acquisto di una cucina, sia essa di libera installazione o un piano cottura da incasso, si sono posti la domanda di cosa significhi la dicitura sulla cucina che specifica che essa necessita di una ventilazione maggiorata.
Fortunatamente sono degli elettrodomestici durevoli, che hanno una durata abbastanza lunga e pertanto, rispetto all’ultimo acquisto è passato un bel po’ di tempo, dunque ci si chiede cosa è cambiato nei sistemi di cottura a gas costruiti attualmente.
In realtà non è cambiato niente ma viene solo applicata sulla cucina l’indicazione del decreto ministeriale che stabilisce i termini di legge, che regolamentano gli aspetti a cui attenersi per la collocazione della cucina nell’ambiente di destinazione.
In buona sostanza, poi entreremo un po’ più nel dettaglio, la cucina o piano cottura devono essere collocati in un ambiente nel quale c’è una circolazione d’aria necessaria alla combustione del gas. Il processo di combustione miscela gas ed aria consumandoli entrambi, generando la fiamma del fornello. Ora se l’ambiente è privo di una qualsiasi areazione, nell’arco di pochissimo tempo dall’accensione del fornello, l’ossigeno presente nella stanza viene consumato con una ovvia conseguenza per chi si trova nell’ambiente.
L’installazione di questi elettrodomestici, deve essere effettuata secondo le norme UNI-CIG 7129 e 7131 e successivi aggiornamenti. La norma stabilisce che nel locale deve affluire tanta aria quanto ne viene richiesta dalla regolare combustione del gas e tale portata d’aria non deve essere inferiore ai 2 metri cubi orari per ogni kw di potenza installata.
Per capire la quantità di aria minima necessaria per garantire la ventilazione al nostra cucina abbiamo riportato un esempio pratico di un piano di cottura con un fornello rapido, un semi rapido, un ausiliario ed una tripla corona. Abbiamo come potenza in kw, rispettivamente 3 kw, 1,75 kw, 1 kw e 3,8 kw per un totale di 9,55 kw; sviluppando la quantità di aria minima 2 metri cubi per i totali 9,55 kw, abbiamo necessità di 19,1 metri cubi l’ora.
Per garantire la portata minima, la normativa prevede la realizzazione di un condotto all’esterno, protetto da una griglia di areazione avente una sezione utile di almeno 100 cm quadrati, con la garanzia che nessuna ostruzione, anche parziale, si possa verificare.
Nell’ipotesi in cui la cucina non sia dotata della valvola di sicurezza gas, che blocca automaticamente l’afflusso di gas in caso di spegnimento accidentale, il foro di areazione deve avere una sezione maggiorata fino ad un minimo di 200 cm quadrati. Questa grandezza del foro è necessaria anche nel caso in cui il foro non viene praticato nell’ambiente di collocazione del prodotto. Ci si può infatti trovare nella condizione in cui nell’ambiente dove è posizionata la cucina, non si possono praticare dei fori di areazione e quindi possono essere praticati in ambienti adiacenti, sempreché non si tratti di ambienti come camere da letto o a rischio di incendio. Tra i due ambienti ci deve essere una fessura tale da consentire la circolazione dell’aria.
Tale normativa impone anche la necessità che gli apparecchi di cottura devono scaricare all’esterno i residui della combustione. L’eliminazione può avvenire attraverso due modalità, la prima, che risulta essere la più comoda ed esteticamente più gradevole, corrisponde all’installazione di una cappa collegata ad una canna fumaria o direttamente all’esterno dell’ambiente.
Nel caso in cui non si può installare una cappa, bisogna utilizzare un elettroventilatore con una portata d’aria tale da garantire il ricambio d’aria da 3 a 5 volte il volume della stanza.