Cosa trovi in questo articolo A cosa serve la candeggina per i panni Dove versare la candeggina nella lavatrice Perché il cassetto per la candeggina è scomparso e dove versarla |
La candeggina ha sempre avuto un ruolo chiave nella rimozione delle macchie più ostinate e nell’igienizzazione dei capi, grazie alla sua potente azione sbiancante e antibatterica. Viene utilizzata per restituire brillantezza ai tessuti bianchi, eliminare i cattivi odori e prevenire la proliferazione di germi e muffe. È particolarmente indicata per biancheria da letto, asciugamani e indumenti molto sporchi, garantendo un bucato più igienizzato e fresco. Stabilito il ruolo fondamentale della candeggina nel bucato, è importante però sottolineare che esistono diversi tipi di candeggina, ognuno con caratteristiche e modalità di utilizzo specifiche. Ma quali sono le differenze tra i vari tipi di candeggina e come scegliere quella giusta per le proprie esigenze? Di seguito i diversi tipi di candeggina:
La candeggina classica è un prodotto molto diffuso per la pulizia e lo sbiancamento dei tessuti, ed è generalmente a base di ipoclorito di sodio, un composto chimico che sfrutta il potere sbiancante del cloro. Le principali marche sul mercato, come Ace, Chante Clair e Vim, offrono candeggine che condividono le stesse caratteristiche di base, ma con qualche variazione nelle formulazioni per soddisfare diverse esigenze di consumo. In ogni caso si tratta di un prodotto da impiegare per il trattamento dei tessuti solo bianchi.
La candeggina profumata è una versione della candeggina tradizionale con l'aggiunta di un effetto aromatizzante sui capi. Come la classica, anche quella profumata contiene ipoclorito di sodio, ma viene arricchita con fragranze che lasciano un profumo piacevole dopo l’uso. A seconda del marchio si possono trovare varianti aromatiche diverse. Anche in questo caso l'impiego è per i tessuti solo bianchi.
La candeggina ossigenata è una variante della candeggina tradizionale che sfrutta l'ossigeno attivo per sbiancare, pulire e igienizzare i tessuti. A differenza della candeggina a base di ipoclorito di sodio, la candeggina ossigenata è più delicata e meno aggressiva, rendendola ideale per capi delicati e tessuti colorati. Il principio attivo rilascia ossigeno che agisce come sbiancante senza alterare i colori dei capi.
La candeggina in gel è una variante della tradizionale candeggina liquida, formulata con una consistenza più densa e vischiosa. Questo tipo di candeggina è ideale, sempre sui capi bianchi, per trattare in modo diretto sulle superfici specifiche o macchie ostinate.
La candeggina in polvere è la forma più tradizionale di candeggina, un tempo più usata, ma oggi meno apprezzata per il bucato, sebbene sia molto efficace. Questa candeggina si presenta sotto forma di polvere fine e, come le altre varianti, è conosciuta per la sua potente azione sbiancante e igienizzante. Prima di essere impiegata, deve essere disciolta in acqua. Nonostante sia meno pratica rispetto alle versioni liquide, la candeggina in polvere continua a essere una scelta valida per chi cerca un prodotto concentrato ed economico per il bucato, ma che richiede un po' più di attenzione nel dosaggio per evitare danni ai tessuti, considerando che è molto concentrata.
Ora che abbiamo le idee chiare sui diversi tipi di candeggina, possiamo stabilire che la candeggina classica è ideale per i tessuti bianchi, mentre quella gentile può essere utilizzata anche per il trattamento di capi delicati o colorati. In ogni caso, prima di utilizzarla, è fondamentale controllare sempre l'etichetta del capo per assicurarsi che il trattamento con candeggina non sia inidoneo. Ma vediamo ora dove versare la candeggina nella lavatrice! Prima di farlo però, facciamo un piccolo passo indietro nel tempo, quando quasi tutte le lavatrici erano dotate di un apposito scomparto per versarvi la candeggina. Oggi, la maggior parte dei modelli non prevede più questa sezione, ma nei modelli più vecchi, o in alcune linee lo scomparto potrebbe esserci. In questi casi è quello contrassegnato dalla sigla CL.
In altri modelli invece potrebbe essere fornito un contenitore accessorio, solitamente riposto nella busta dei documenti nel cestello. Si tratta di un piccolo contenitore da inserire nel vano del cassetto del detersivo (prelavaggio), dove versare la candeggina.
Se la lavatrice è dotata di uno scomparto per la candeggina, il posto dove va versata è questo, tuttavia è importante verificare, consultando il libretto di istruzioni, che il programma scelto preveda l'impiego della candeggina. In caso contrario, al termine del ciclo, ci ritroveremo con la candeggina ancora nel suo scomparto, senza che sia stata effettivamente utilizzata.
Perché il cassetto per la candeggina è scomparso e dove versarla
Ma perché il cassetto per la candeggina non è più tanto presente e dove versarla se non c'è? Uno dei motivi per cui lo scomparto per la candeggina è sparito è legato al suo impiego più limitato rispetto a detersivo ed ammorbidente, ma la ragione principale risiede nel fatto che l’uso della candeggina in lavatrice si può considerare dannoso. Due sono i fattori di dannosità: il primo riguarda l'azione corrosiva della candeggina; il secondo perché un uso improprio della candeggina può danneggiare i tessuti. Riteniamo che la prima ragione sia la vera causa del problema. Un contatto prolungato e continuo della candeggina con i componenti interni della lavatrice può causare danni significativi a causa della sua azione corrosiva. La vasca in resina può indebolirsi nel tempo, sviluppando micro fessure che possono provocare perdite d'acqua. La crociera in alluminio è particolarmente vulnerabile alla corrosione accelerata, con il rischio di deterioramento e rottura. I condotti in gomma, come i manicotti, possono irrigidirsi e diventare fragili, aumentando la possibilità di crepe e perdite. Anche l'interno della pompa di scarico può subire danni, poiché la candeggina deteriora le guarnizioni e le parti in plastica. La resistenza elettrica, può ossidarsi più rapidamente, accumulare incrostazioni e perdere efficienza fino a guastarsi. Infine, la sonda NTC, quando in metallo, può ossidarsi, alterando la rilevazione della temperatura e compromettendo il funzionamento della lavatrice. Per questi motivi, le lavatrici moderne non prevedono più un cassetto dedicato alla candeggina e ne sconsigliano l’uso diretto all’interno del sistema.
I produttori, indipendentemente dal fatto che la lavatrice sia dotata o meno di uno scomparto per la candeggina, consigliano di pretrattare i tessuti prima di procedere con il lavaggio vero e proprio. Sebbene questa operazione richieda un po’ più di tempo, garantisce risultati ottimali. Il processo è semplice: basta riempire una bacinella con acqua e aggiungere una piccola quantità di candeggina, in genere circa 50-100 ml per ogni litro di acqua, ma è fondamentale seguire sempre le indicazioni del prodotto per la corretta percentuale di diluizione. Dopo aver versato la candeggina nell’acqua, è importante mescolare il liquido in modo che la candeggina si distribuisca uniformemente. Successivamente, immergere i tessuti da trattare, lasciandoli in ammollo per il tempo consigliato sull’etichetta del prodotto, che di solito varia da 10 a 30 minuti a seconda del tipo di tessuto e della gravità delle macchie. Attenzione: non immergere mai i tessuti prima di aver preparato correttamente la soluzione. Al termine è necessario risciacquare con acqua pulita e procedere con il lavaggio in lavatrice.
Dunque la candeggina non si può usare in lavatrice se non c'è l'apposito scomparto? In realtà ci sono delle indicazioni per farlo, che seguono una regola fondamentale, ovvero non deve essere usata insieme al detersivo. Si deve impiegare o prima o dopo il lavaggio. Nel primo caso, selezionato un lavaggio con prelavaggio, si versa la candeggina nello scomparto del prelavaggio e quando l'acqua inizia a fluire al suo interno, si possono versare circa 225 ml di candeggina, o la quantità raccomandata sul prodotto, in base al carico di bucato. È molto importante evitare l'uso di candeggina concentrata, poiché, se non viene adeguatamente miscelata con l'acqua prima di entrare nel cestello, potrebbe arrivare a contatto con i tessuti ancora in forma concentrata, rischiando di danneggiarli o bruciarli. In alternativa si può utilizzare il ciclo risciacquo e centrifuga ed una volta terminato impostare il lavaggio desiderato. Il secondo approccio è quello di utilizzare lo scomparto per l’ammorbidente, quando questo non viene impiegato. Inserendo la candeggina al suo posto, verrà prelevata durante il risciacquo, al termine del ciclo di lavaggio. Tuttavia consigliamo di utilizzare il primo metodo in quanto consente alla lavatrice di eliminare la candeggina dai tessuti e maggiormente anche dal suo interno, garantisce un lavaggio successivo con il detersivo ed infine consente l'impiego dell'ammorbidente.
Quando usare la candeggina nei lavaggi
La candeggina dovrebbe essere utilizzata nei lavaggi quando è necessario sbiancare e igienizzare i capi, ma solo per tessuti bianchi e resistenti. È particolarmente utile per eliminare macchie difficili, ingiallimenti e odori persistenti. Tuttavia, è importante non abusare del prodotto, poiché l’uso eccessivo può danneggiare i tessuti e le parti interne della lavatrice. È consigliabile usarla solo occasionalmente, preferibilmente nei lavaggi a 40-60°C, che permettono alla candeggina di svolgere la sua funzione in modo efficace senza compromettere i capi. Inoltre, è fondamentale seguire le indicazioni specifiche sul prodotto per quanto riguarda le dosi, i tempi di applicazione e la diluizione, per evitare danni e ottenere i migliori risultati senza rischi.
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