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Montare un condizionatore in fai da te a partire dall'1 gennaio del 2015 non è legalmente possibile. Anche nel caso in cui lo si sappia eseguire tecnicamente, la regolamentazione che disciplina l’installazione degli impianti di condizionamento non lo autorizza. Difatti l'installazione deve essere eseguita da un tecnico specializzato e certificato FGas. A questo punto ci si potrebbe chiedere: se posso acquistare un condizionatore da solo chi mi impedisce di montarlo da solo? Questa domanda trova risposta nei passaggi che riguardano la fase di acquisto dell'impianto.
Nel momento dell'acquisto, il venditore ha l’obbligo di comunicare il numero di matricola dell’impianto venduto ed il codice fiscale dell’acquirente. Nel registro (banca dati) del sistema di certificazione Fgas sono contenuti tutti gli impianti che sono presenti presso i consumatori, anche se non ancora installati. Nel momento in cui l’installazione sarà eseguita il tecnico certificato inserirà nuovamente la matricola dell’impianto abbinato al codice fiscale dell’acquirente. In tal modo il sistema potrà essere a conoscenza che l’impianto venduto è stato installato e disporre del numero complessivo degli impianti operanti nel territorio nazionale.
Al termine della procedura al consumatore verrà rilasciata dal tecnico installatore il libretto d’impianto o certificazione di installazione. Su di essa sono riportati gli estremi dell’installazione a partire dal soggetto che ha eseguito l’intervento, gli estremi dell’apparecchio installato, l’indirizzo di installazione ed i dati del proprietario. Sul certificato deve essere indicato il numero di certificato, la matricola della macchina ed il codice apparecchiatura, con i quali il consumatore potrà verificare la presenza del certificato sul portale operatori.fgas.it al quale si può accedere tramite spid. Far installare un condizionatore da un tecnico non abilitato espone a sanzioni amministrative e pecuniarie.
Ora che sappiamo quale è l’iter da un punto di vista amministrativo, vediamo quali sono i passaggi da eseguire nell’installazione, che descriveremo a titolo informativo, per capire cosa sta facendo il tecnico nel momento in cui esegue l’installazione ed eventualmente potergli dare delle indicazioni in merito a questioni pratiche. Per prima cosa è necessario stabilire il punto in cui deve essere posizionato lo split, che non dovrebbe generare un flusso d’aria direttamente sulla testa di chi si trova all’interno della stanza.
Si procede con il fissaggio della piastra in alluminio da fissare sulla parete (in bolla), in questo caso cerchiamo di posizionarla in modo che si trovi in una posizione centrale allo spazio in cui inserita o comunque in modo che il risultato finale possa essere armonioso con l’interno ambiente. Consideriamo che nel fissare lo split dobbiamo tenere delle distanze minime dal soffitto, ovvero almeno 15 cm al fine di consentire la circolazione dell’aria che deve poter agevolmente impattare sulla parte superiore dello split, dove avviene una fase di scambio termico. In condizioni di altezze oltre standard la distanza dal soffitto può essere superiore. I tubi dello split del condizionatore escono dalla parte destra per dirigersi verso quella sinistra, dove è più indicato praticare il foro per farli uscire verso l’esterno. Si possono fare uscire anche dalla parte destra, in questo caso vanno piegati, ma non è la scelta migliore in quanto nel caso in cui lo split debba essere leggermente sollevato non si ha manovra di azione.
Altro aspetto di cui sincerarsi relativamente all’impianto specifico è se l’alimentazione va dal motore allo split o dallo split al motore. Questo possiamo dedurlo molto facilmente verificando i morsetti di allaccio dell’alimentazione elettrica, che in quelli di entrata riporterà l’indicazione N per il neutro ed L per la linea (fase). Questo ci serve per capire se la corrente dobbiamo portarla fuori e da qui passarla dentro allo split, oppure al contrario. In ogni caso non sarà un problema per l’installatore che se non è presente una predisposizione specifica, dovrà forare la parete. Per fare un esempio dei collegamenti elettrici possiamo trovare indipendentemente su una o sull’altra unità due morsettiera così:
Notiamo che sono presenti le posizioni 1,2 e 3 il che significa che è necessario utilizzare un cavo di comunicazione tra le due unità a 4 fili, compresa il filo di terra. Nel collegare le due unità è fondamentale seguire lo stesso ordine di numerazione abbinata al colore dei fili. Successivamente si procede con il fissaggio delle staffe, che vengono piazzate, se si tratta di una installazione spalla a spalla, dietro lo split. Avendo una predisposizione o avendo praticato il foro di uscita facciamo si che il foro si trovi grosso modo al centro orizzontalmente e verticalmente in prossimità della base delle staffe. In questa posizione riusciamo a coprire parzialmente i tubi, che restano dietro il corpo del motore. Per stabilire la posizione migliore per il motore leggi l'articolo specifico.
Le staffe devono essere posizionate perfettamente in bolla, per farlo si può utilizzare la piccola bolla che è incastrata nella parte superiore della staffa anche se è preferibile utilizzare una livella più grande al fine di avere un maggiore ampiezza di linea.
Successivamente si procede con il posizionamento dell’unità esterna sulle staffe. È necessaria una scala con doppia salita in modo tale che il motore possa essere sollevato e posizionato da due persone contemporaneamente, una da un lato ed una dall’altro. Una volta posato il motore si inseriscono i gommini tra i piedi e la base delle staffe. 4 gommini uno per punto di fissaggio, successivamente le viti, tutto materiale in dotazione con le staffe e si avvita saldamente.
Terminate le operazioni più pratiche cominciamo ad entrare nel tecnico. Tagliamo i tubi che sono necessari a collegare le due unità, lo spessore dei tubi è variabile in base al tipo di impianto, ma approssimativamente fino ai 12000 btu/h si utilizzano quelli da ¼ e 3/8. Se si tratta di una installazione spalla a spalla, per la quale potrebbe anche bastare un metro di tubo è necessario consultare la scheda tecnica di installazione, sulla quale è indicato la lunghezza minima da impiegare, che può essere anche di un paio di metri, se invece la distanza è maggiore tagliamo il tubo per quanto è necessario, ma tenendo in considerazione sempre la lunghezza massima prevista entro la quale non vi è necessità di inserire del gas aggiuntivo a quello presente.
Tagliamo le estremità dei tubi con una tagliatubi, al fine di eliminare delle sbavature che renderebbero la cartella inidonea. Dobbiamo avere un taglio netto e dritto. Successivamente con una cartellatrice eseguiamo le cartelle da un lato. Questo strumento che deve essere professionale è dotato di riduttori specifici dello spessore del tubo che dobbiamo lavorare.
Una volta inserito il tubo si procede avvitando lentamente e fino in fondo. Ottenuta la cartella viene eseguita una verifica visiva da parte dell’installatore che è in grado di determinare se è fatta bene. Si tratta di una delle operazioni più importanti, la boccola perfetta, permette una adesione precisa con la boccola del tubo del circuito del climatizzatore.
La cartella deve essere perfetta, in quanto è il punto di congiunzione tra le tubature dell’impianto. Una sua errata creazione, da origine a perdite di gas, che si possono manifestare immediatamente oppure con il trascorrere del tempo. Per tale motivo è necessario eseguire il controllo di perdite dopo l’installazione. Si procede fissando prima uno e poi l’altro tubo, dal lato delle cartelle, allo split, quindi si avvitano bene i dadi che li uniscono. Si fanno passare i tubi, sia quelli in rame che lo scolo della condensa, eventualmente se abbiamo stabilito questo foro come passaggio, anche il cavo di alimentazione, all’esterno. Agganciamo lo split alla piastra. Ora verranno terminati i collegamenti elettrici con il motore, alimentazione e collegamento con lo split. Mettiamo sempre un bipolare che gestisce la corrente verso il condizionatore, al momento lo lasciamo su 0, spento.
Il lavoro di collegamento termina, facendo le cartelle ai tubi dall’esterno, solitamente nel passarli nel foro vengono sigillati con del nastro per evitare che vi entri qualcosa e tagliati con la taglierina prima di eseguire le cartelle. Una volta fatte si procede al collegamento con l’impianto del motore. Ora che abbiamo terminato tutti i collegamenti dobbiamo eseguire il passaggio finale o i passaggi finali: fare il vuoto alla macchina e successivamente aprire il gas e verificare la presenza di eventuali perdite con un rilevatore, nei punti dei dati e dei collegamenti.
La pratica del vuoto consiste nel collegare un’apposita apparecchiatura all’impianto, attraverso il tubo di aspirazione, in pratica su uno dei due rubinetti del motore, quello più in basso, c’è un secondo dado, lateralmente, che una volta svitato consente all’adattatore della pompa di vuoto di agganciarsi. All’interno c’è uno spillo che consente di far passare l’aria che la pompa aspira e di non farne entrare, tale operazione che deve durare per parecchi minuti, le indicazioni sono riportate sulla scheda di installazione, ad ogni modo dura almeno 15 minuti, toglie oltre all’aria, altre impurità presenti nell’impianto creato in questa fase. L’operazione di vuoto deve essere praticata in tutti i tipi di installazione, altrimenti la presenza di aria all’interno dell’impianto oltre a poter creare rumorosità a lungo andare crea dei problemi di funzionamento.
La fase successiva è l’apertura del gas; è necessario svitare i cappucci dei rubinetti all’interno dei quali ci sono da svitare delle viti con una chiave esagonale. Si svitano uno alla volta e lentamente. Il gas è libero di entrare nell’impianto fino allo split. Successivamente si controllano i punti anzidetti con un rilevatore di gas. Se si riscontrano delle perdite è necessario serrare ulteriormente i dati o agire diversamente e commisuratamente all’anomalia. In caso contrario, come solitamente avviene l’installazione è quasi terminata. Dobbiamo soltanto raccordare la condensa dello split e quella del motore in un unico o differente canale di scolo a seconda delle esigenze.
Una prassi alternativa che viene eseguita è quella che prevede prima di eseguire il vuoto, di immettere sempre dal tubo di aspirazione o mandata, dal quale si può inserire anche il gas, dell’azoto fino a rilevare sul manometro una pressione di 40 bar. L’immissione rimane all’interno dell’impianto che abbiamo realizzato, che viene lasciato in pressione per 30, 40 minuti, nei quali sul manometro non ci deve essere nessun calo di pressione, altrimenti significherebbe che c’è una perdita. Trascorso il tempo di verifica si procede al recupero dell’azoto e successivamente al vuoto ed infine all’apertura del gas refrigerante.
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