Con l’arrivo della stagione fredda negli ambienti non dotati di un riscaldamento principale nasce la necessità di acquistare una stufa per riscaldarli, questo potrebbe avvenire ugualmente anche se dotati di riscaldamento principale, qualora non si voglia impiegarli o nel caso in cui possono risultare eccessivi, ad esempio nella mezza stagione, quando il freddo non è così intenso. Anche la necessità di riscaldare una singola stanza può indurre verso tale direzione.
Tra le stufe disponibili in commercio certamente quelle sulle quali ci si orienta spesso, anche per una questione di prezzo più contenuto sono le stufe elettriche, che si possono acquistare con dei prezzi che vanno dalle decine alle centinaia di euro per le più performanti.
Diversamente da altri elettrodomestici, il riscaldamento elettrico non è dotato di energy label, che sappiamo, dove impiegata, fornire dei dati in merito al consumo. Ma allora come possiamo capire, ancora prima di acquistarla quanto realmente consuma una stufa elettrica? Come capire quale consuma poco?
Prima di passare al concreto, è doveroso fare una piccola osservazione in merito alle indicazioni di vario titolo e genere che possono essere riportate sulle confezioni delle varie stufe, sui proclami di varia natura etc, relativi a funzioni eco, basso consumo, risparmio energetico ed altro, tutti indirizzate a trasmettere un messaggio di risparmio energetico. Lasciamoli stare!! Non sono vere o meglio dire non è una verità che corrisponde all’idea del consumatore. Ad esempio se prendiamo a riferimento una stufa elettrica da 400 watt, è vero che è di basso consumo in generale e rispetto ad una di 1200 watt e quest’ultima lo è rispetto ad una di 2000 watt, ma tra esse c’è una sostanziale ed importante differenza di capacità di riscaldamento.
Se volessimo essere più espliciti potremmo dire è di basso consumo ma riscalda poco, il che non sortirebbe più l’effetto di interesse all’acquisto che fornisce quando si dice che consuma poco.
Fatta questa precisazione, il dato che dobbiamo guardare è l’assorbimento in watt. Su ogni modello di stufa sul retro oppure nella parte sottostante è riportata una etichetta con delle specifiche tecniche. Oltre ad essere indicato il modello, il seriale in alcuni casi, c’è il dato dei watt, che ora vedremo come tradurre in consumo. Possiamo trovare stufe elettriche da 400 watt, 800 watt, 1200 watt, 2000 watt, 2400 watt ed altre combinazioni. Consumano tutte alle stesso modo? Certamente no!
I watt indicati corrispondono all’assorbimento, pertanto una 1200 watt assorbe 1200 watt, una 2000 watt assorbe 2000 watt, che tradotto in kw/h, che è l’unità di misura sulla base della quale si stabilisce il consumo elettrico e che troviamo riportato sulla bolletta, corrisponde a 1,2 kw/h e 2 kw/h.
Sappiamo ora, ancora prima di acquistarla quanto consuma una determinata stufa, tuttavia dobbiamo fare ancora qualche altra valutazione, ovvero, l’indicazione della potenza o assorbimento, che abbiamo visto, è riferito alla capacità massima della stufa, pertanto dobbiamo sapere che ad esempio una stufa da 2000 watt, dispone di regolazioni intermedie, che le permettono di funzionare ad esempio a 750 watt (0,75 kw/h), 1250 watt (1,25 Kw/h) e 2000 watt (2 kw/h). Senza stare ad indicare le varie potenze delle differenti tipologie di stufe, sappiamo che dispongono di potenze regolabili.
Tornando alla domanda principale: come capire se una stufa consuma poco o capire quanto consuma una stufa elettrica, siamo ora più o meno in grado di stabilirlo. Nello specifico in base alla potenza impiegata avremo il corrispondente assorbimento è consumo orientativamente corrispondente al vero, ma che potrebbe anche essere inferiore.
Ad esempio una stufa di 2000 watt sappiamo che assorbe 2000 watt e che conseguentemente in un’ora di utilizzo consuma 2 kw/h, pertanto moltiplicando per il costo del kw/h possiamo determinare quanto consuma nell’arco di un’ora. Se ad esempio il costo, compreso di tutte le spese, per un kw/h di energia elettrica è di 0,25 € avremo un consumo di 2*0,25= 0,50 €. Anche qui tuttavia è necessario fare una precisazione sul calcolo eseguito, che considera una situazione massima di consumo. Tale dato difatti è riferito ad una condizione per la quale la stufa dovrebbe funzionare ininterrottamente per un’ora senza staccare, pertanto senza mai raggiungere la temperatura impostata sul termostato. In caso contrario, nel momento in cui stacca in quanto l’ambiente si è riscaldato, non c’è più assorbimento, non c’è più consumo, e conseguentemente nell’arco di un’ora non sarà più di 2 kw/h ma di meno.
Tutto questo ci porta ad una ulteriore considerazione su quale stufa consuma poco. Difatti il consumo è anche commisurato, oltre alla potenza, al tempo che resta accesa la stufa per raggiungere la temperatura impostata.
Se ad esempio una stufa di 1200 watt o se impostata su tale potenza, non riesce a portare l’ambiente in temperatura, assorbirà senza mai staccare, lo farà solo in caso di surriscaldamento se dotata di tale dispositivo, 1,2 kw/h per tutte il tempo di utilizzo. Al contrario se impostata su 2000 watt, potrebbe raggiungere facilmente la temperatura ed assorbire meno dei 2 kw/h, e nel complesso delle ore di impiego aver avuto un consumo inferiore rispetto alla condizione precedente.
Questo in definitiva ci porta a considerare che è importante stabilire quale stufa consuma poco, ma il poco abbiamo visto che è proporzionale al calore prodotto. Per consumare poco dobbiamo orientarci pertanto su una stufa che è ben dimensionata alla grandezza dell’ambiente, che sia quindi in grado di portare l’ambiente in temperatura ed avere così delle pause di assorbimento, quindi di consumo.
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